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5 Modi per Sonorizzare un Podcast – Il sound design spiegato con esempi

5 Modi per Sonorizzare un Podcast - Il sound design spiegato con esempi

Come sonorizzare un podcast? Quali metodi utilizzare? L’argomento è poco trattato se confrontato con altre tematiche, come la ricerca delle musiche, il copyright e la gestione delle licenze creative commons.

Non se ne parla molto probabilmente perché il tema è complicato da spiegare. Tuttavia, dopo aver prodotto 50 podcast per brand e original, sento che è giunto il momento di approfondire l’argomento. 

Se desideri puoi ascoltare la puntata dedicata su Branded Podcast Italia o continuare a leggere questo articolo.

Piccola premessa: sonorizzare un Podcast non è sound design  

Prima di passare ai 5 modi per sonorizzare i nostri podcast, bisogna soffermarsi sul concetto di sound design. 

Questa terminologia, per essere precisi, è utilizzata per riferirsi esclusivamente al lavoro di manipolazione della forma del suono. In altre parole, si fa riferimento al sound design quando, ad esempio, si parte da un colpo di batteria e lo si modifica inserendo compressori ed altro.

Per sonorizzazione, invece, si intende principalmente il processo di inserimento della dimensione sonora (musica e atmosfere). 

Una volta chiarito questo concetto, possiamo passare al tema principale dell’articolo: i cinque metodi per sonorizzare un podcast.

Come sonorizzare un podcast: 5 modi

Sonorizzare un podcast in orizzontale: agire sul tempo 

I classici software di montaggio (come Adobe Audition, Pro Tools, Cubase, Logic, Audacity, Reaper) possono essere utilizzati per lavorare su due dimensioni. La prima è quella orizzontale: qui stiamo lavorando sulla linea del tempo. 

Agendo sulla linea del tempo possiamo ottenere:

  • un montaggio stretto, quasi affettato,
  • oppure un montaggio largo. 

Tagliando tutte le frasi a ridosso del termine delle parole, riducendo gli spazi ed eliminando i respiri, si ottiene un montaggio stretto. Questo lo ritroviamo, ad esempio, nel podcast “Sei StanGa” di Mattia Stanga o nel podcast Cose Molto Umane di Gianpiero Kesten, dove è nel suo stile tagliare molto stretto per ottenere l’effetto rincorsa con una frase che inizia subito dopo l’altra. 

Al contrario, ci sono montaggi larghi, con pause e spazi. In questo caso la narrazione  prende aria e tempi, come si può notare in “Bunga Bunga” (Podcast sulla vita e storia di Berlusconi).

Sonorizzare un Podcast in verticale: agire sui livelli

Diversamente, si può considerare il montaggio in verticale. In questo caso non si prende come riferimento il tempo, ma il numero di tracce che inseriamo una sotto l’altra. 

Possiamo così inserire nel nostro software, in alto, la traccia vocale e a seguire quanti strati vogliamo di musica (un po’ come una lasagna o la parmigiana: scegli tu quanti strati fare!). 

Sta a voi decidere quanti strati di sonoro inserire. Un montaggio minimal vede giusto una musica leggera di accompagnamento alla voce oppure la voce sul bianco (sul silenzio), come nel caso di “Problemi” di Jonatan Zenti

Oppure è possibile fare un montaggio denso e “farcito”, pieno di tanti suoni che si accavallano sotto la voce: musica, suoni, atmosfere e rumori ambientali. 

In questo caso, si ha un effetto molto più caotico, come ad esempio in “Nel Sesso degli Altri” di Valeria Montebello, soprattutto nell’episodio trailer, dove arrivano evidenti all’orecchio molte musiche, suoni e tanti altri elementi che suonano in contemporanea.

Sonorizzare le scene del podcast 

Il terzo metodo si realizza quando si decide di sonorizzare le scene, ricreandone gli ambienti. Ad esempio, pensate a una persona che apre la porta mettendo una mano sulla maniglia. 

Da un lato, possiamo inserire una sonorizzazione descrittiva, con inclusi i rumori della pelle sull’ottone della maniglia, il suono della maniglia girata e la porta che cigola aprendosi. Questo è un tipo di sonorizzazione che parte dalle scene: c’è una scena e la sonorizzo, esattamente come avviene in TV. 

Diversamente, invece di sonorizzare le scene, posso demandare il racconto (la mano sulla maniglia) al narratore e occuparmi invece di sonorizzare le emozioni. Cioè racconto con il suono cosa c’è dietro la porta. 

A seconda dei casi, è possibile inserire una musica anticipatoria di un evento positivo, negativo, trasmettere speranza o altri sentimenti. 

Quindi, in questo secondo caso, non lavoro sulla sonorizzazione di ogni singola azione, ma lavoro sulla creazione di una sonorizzazione delle emozioni. 

Si sceglie di procedere in questo modo perché a volte sonorizzare ogni rumore è complesso e non agevola la narrazione e potmmo ricadere in un montaggio eccessivamente descrittivo e didascalico. Sonorizzare ogni rumore è spesso un errore commesso da chi non ha ancora sufficiente esperienza in ambito produzione podcast. 

Alternare musiche ad atmosfere

La differenza tra musica e atmosfera è che la prima, per come la definisco in questo contesto, è una canzone, una melodia, qualcosa che ha un suo fraseggio. Ad esempio, un giro di chitarra, un arpeggio, e così via. 

Ci sono podcast con vere e proprie musiche e podcast che invece, sonorizzati con solo atmosfere. 

Immaginate un suono di basso tenuto continuamente. Di per sé è una melodia, essendo composto da note, ma contribuisce a creare atmosfere, che possiamo sovrapporre una sull’altra per creare un crescendo. Si tratta di atmosfere, appoggi, build up o in generale tutta quella parte di sonoro che non ricade nello specifico sotto il termine di canzone/musica.

Sonorizzare con le atmosfere, invece che con le musiche o mescolando le due, ci permette di ottenere più varietà, soprattutto perché sentire sempre la musica sotto ogni parola non è sempre una buona scelta. 

Un esempio di utilizzo esclusivo delle atmosfere lo trovate nel podcast di Guscio di Chiara Montera, di cui mi sono occupata di registrazione, montaggio, sonorizzazione e supervisione. 

Il podcast in 6 puntate di 30 minuti l’una non ha una singola musica. Ho sonorizzato solo con le atmosfere. Da un lato, è molto più difficile, perché bisogna immaginarle e costruirle, aggiungere ticchettii che danno ritmo o aggiungere rumori che servono a dare un po’ di forma e movimento a questa singola nota. 

Dall’altro però è un modo di lavorare completamente diverso, che dà soddisfazione e a seconda dei casi permette di realizzare un prodotto migliore e spesso più maturo a livello sonoro.

Sonorizzare un podcast: l’utilizzo delle pause

Tutti i podcast che ascolto, o almeno il 99%, sono caratterizzati da una sequenza di parole, musiche e atmosfere una dietro l’altra e non c’è un momento in cui l’orecchio possa rilassarsi.

In realtà, molte volte, togliere tutte quelle musiche che si sono inserite, è benefico perché dà all’orecchio un po’ di riposo e crea un ascolto meno caotico e stancante sul lungo periodo.

Fare sonorizzazione è un po’ come fare scultura. Si parte da un unico blocco di marmo e poi si va a togliere. Anche nella sonorizzazione dovrebbe essere così. 

Tante volte, anziché aggiungere, aggiungete, è meglio togliere. Salvo scelte volute e consapevoli, ovviamente. 

Insomma, togliere ogni tanto vuol dire lasciare riposare l’orecchio, ma anche mettere molto in risalto certe parti e, soprattutto, fare ripartire la musica e l’atmosfera per dare slancio nuovamente alla frase o alla parte successiva del podcast. È come accendere e spegnere una luce. 

Facciamolo ogni tanto. Purtroppo i podcast, soprattutto quelli italiani, sono pieni di elementi che a volte sarebbe meglio eliminare.

Sonorizzare un Podcast: le conclusioni 

Magari ci sono altri accorgimenti e altri modi di sonorizzare un podcast. Invito i lettori a condividerli lasciando un commento al podcast dedicato e presente su Spotify o sulle pagine social. Invito anche a lasciarmi una recensione su Spotify, ogni tanto chiederlo non fa mai male! 
Non dimenticate, infine, di seguirmi sui miei canali social su Facebook e LinkedIn, di dare un’occhiata ai miei servizi di consulenza e a esplorare la sezione dedicata ai corsi!

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CHI SONO E COSA FACCIO

Aiuto brands e agenzie a raccontare la propria storia attraverso parole, musica e suoni.Creo Branded Podcast, serie audio e podcast di storytelling in italiano.
Collaboro con brands e agenzie di comunicazione per studiare le strategie audio piú efficaci. Seguo tutto il processo creativo, dal brainstorming fino alla distribuzione del prodotto finale.

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